Stralci di vita


Stralci di vita … book I’m writing

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[ … ]  Il discorso di Charles sembrò avere una battuta d’arresto. Il suo volto provato, teso, mostrava chiaramente i segni di un indicibile dolore … suo fratello si avvicinò, gli posò una mano sulle spalle ricurve, un cenno di difesa, di aiuto … ma, quell’uomo dai lineamenti marcati, sembrò meno forte di un bambino che aveva bisogno di una aiuto per sedersi …

Ogni tentativo, di liberarci da  Nostra Signora Ombra … è un’inutile corsa verso un’infelicità sempre maggiore, perché la comprensione non esiste … questa scomoda eredità, che … diventa sempre più pesante … anno dopo anno! … E ci nascondiamo, dietro quelle che pensiamo, possano essere delle sicurezze; Invece stiamo solo facendo modo, di non affrontare i problemi … di non guardarli realmente in faccia, perché la paura …  ci blocca!!! la paura di un cambiamento ci trasforma in ‘conigli’ … in prede di noi stessi! Il sorriso di plastica, con cui ci guardano e ci dicono ‘siamo in democrazia’ … FA SCHIFO! … ma che belle parole! “ – disse, con voce sussurrata … appena percettibile, come se nelle sue stesse espressioni, se ne stesse andando anche lui . “… democrazia … ? … diplomazia … ?” – gridò. Tornò a sussurrare “ diplomazia … questo parente scomodo!”

… Stralci di vita

Prese delicatamente il giaccone scuro, che stentava quasi a reggersi sul manico di quella poltrona … marrone, vecchia, consumata dal tempo e dalle risate che l’avevano vista fare da padrona nelle nostre serate speciali.
Sentenziò con voce ferma: “Diplomazia … è dunque quella parola che, a conti fatti, ci fa capire il posto che occupiamo nel mondo” … Ci guardò, con gli occhi tristi della sfida! Né io, né Dalia né Luke rispondemmo … ci scambiammo solo sguardi furtivi, veloci come saette, quasi con la paura di essere beccati in un furto.. Si avviò verso l’uscio, richiuse dietro di sé il pesante portone, il cui tocco, fu fragilmente distinguibile.
Charles aveva sempre amato Rachel, e sebbene tutti noi avevamo lottato per la sua causa, nessuno, ebbe mai il coraggio di commentare quelle parole. Luke, si alzò in piedi e disse che sarebbe stato il caso di rientrare ognuno a casa propria.
Rachel, di poco più grande di noi, ci aveva abbandonati … se n’era andata addormentandosi in terrazza, sulla sua adorata poltrona dove, oggi, restava quel “fastidioso gatto”, come lei stessa scherzosamente lo definiva; Il gatto, che però, sembrava non volersi muoversi di lì.
Mi avvicinai … volevo dargli da mangiare.
Ma lui non lo fece. Né quel giorno, né quelli seguenti … continuò a stare lì, con occhi profondi e malinconici, fissando chissà dove.
A tratti faceva le fusa, ed io venivo presa dai brividi, perché, l’unica persona alla quale faceva le fusa, era lei. Era lei, era Rachel, e l’amavamo tutti.
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